Questa crisi sta pesando duramente su famiglie e lavoratori, piccole e medie imprese e artigiani. E’ una constatazione palese e percepibile, questa, che mette in discussione la capacità del governo di affrontarla con gli strumenti adeguati. A questo si aggiunga anche un nodo cruciale che riguarda i lavoratori e nello specifico quella fetta di loro che sono in cassa integrazione. Va sollecitata una riforma in materia di ammortizzatori sociali. La ripresa del mercato del lavoro passa anche attraverso interventi di questo tipo e passa attraverso misure di sostegno all’occupazione che riordinino il settore attraverso tutele e garanzie sociali. Tutti provvedimenti scarsamente presenti anche nella Legge di Stabilità che stringe invece in termini di risorse da destinare al settore. Occorre piuttosto correggere la disomogeneità fra i vari settori del lavoro, per quanto riguarda la tutela e le tipologie contrattuali. Ed occorre anche adottare tutte le iniziative a disposizione, al fine di assicurare la copertura finanziaria dell’effettivo fabbisogno complessivo per il 2013 degli ammortizzatori sociali in deroga. I dati che emergono dallo studio della Cgil sono estremamente preoccupanti perché rivelatori di un peggioramento delle condizioni dei lavoratori cui non corrispondono adeguati finanziamenti per fronteggiare il rischio disoccupazione. Certo, la cassa integrazione (ordinaria e in deroga) non è la soluzione ma è utile e necessaria nel breve periodo, in una fase transitoria, quindi, che lasci un margine di tempo per mettere in campo provvedimenti per risanare la crisi del lavoro e delle imprese. Il lavoro è uno dei principali fronti su cui dobbiamo misurarci e per questo vogliamo un coinvolgimento più forte del mondo del credito e delle imprese e riforme del governo più incisive e mirate. Insomma, per ora affrontiamo l’emergenza, ma in prospettiva si programmino decisioni più strutturali e fattive. I lavoratori non aspettano più.