Devo dire, in tutta onestà, che non mi aspettavo un clima così acceso e polemico, in un congresso di rilancio e di rifondazione del partito. Pensavo, ingenuamente, che il comune obiettivo di riposizionare il contenitore dei nostri valori e della nostra identità, ci avrebbe consentito una sorta di impunità dai grigi e squallidi riti della brutta politica, messa in mostra in questi anni da pressoché tutti i partiti politici. Pensavo, ed ancora ci credo, che dopo tutti i guai che abbiamo dovuto conoscere, questo confronto congressuale fosse davvero la cartina di tornasole che marcasse la nostra differenza dagli altri. Così non è stato finora e non sicuramente per colpa di tutti. C’è chi ha pensato e sta pensando a proporre idee, percorsi progetti e nuovi traguardi e chi si diverte, beati loro, a ipotizzare scenari da inquisizione. Io onestamente, mi sono invece meravigliata al contrario degli scarni numeri delle iscrizioni, considerando che in pochi non si cresce, in pochi si resiste e noi non vogliamo resistere, noi vogliamo volare. In questo clima di rinascita complessiva di IdV, scopro che c’è anche chi non crede nella bontà dei numeri, degli iscritti e si insinua il dubbio. Il congresso si celebrerà perché non possiamo rinunciare ad un appuntamento troppo importante che ci consentirà di parlare, tutti insieme e per tre giorni del presente e del futuro del nostro partito. Si celebrerà perché non si può non celebrarlo soltanto perché qualcuno ha contezza di perderlo. Rimango colpita dallo stile e dal comportamento di Ignazio Messina, da sempre in prima linea nella vita e nelle pulsioni del partito, nella buona e nella cattiva sorte, che ha scelto e continua a perseguire una direzione unica, visto che parla dei problemi, propone delle soluzioni e non cerca lo scontro con nessuno degli altri contendenti. Abbiamo bisogno di questi esempi, vogliamo che a rappresentarci siano queste persone che, da sempre, da quando IDV esiste, non hanno mai tradito l’idea di fondo che ha fatto di tutti noi i paladini della giustizia, della attenzione ai tanti esclusi dal mondo del lavoro e dal contesto di una vita socialmente serena. Nella sfida della ricostruzione ci sono anche io, Ci Credo e voglio continuare ad impegnarmi per far sì che sempre più simpatizzanti, sempre più nuovi iscritti, sempre più nuovi voti riscoprano questa nostra stupenda differenza: essere cittadini liberi della Nuova Italia dei Valori..e come dice Messina:”Lo dobbiamo a noi stessi, alle nostre lotte, ai nostri banchetti, lo dobbiamo al nostro gabbiano. IO CI CREDO!
La coordinatrice dei giovani dell’Umbria, Cristina Betti