Bisogna fare di tutto per risanare llva perché ’Italia non può perdere il polo dell’acciaio con il suo indotto. Deve cessare l’inquinamento prodotto in questi anni e deve iniziare una vera opera di bonifica. Per far questo si possono utilizzare gli ingenti guadagni della famiglia Riva in modo da riconvertire il sistema di produzione, mettere in sicurezza gli impianti e da tutelare l’ambiente e i lavoratori. E’ di oggi la notizia che i servizi segreti italiani avvisarono il Governo che i proprietari dell’azienda erano pronti a mettere al sicuro, all’estero, i loro profitti. Pretendiamo di sapere chi è stato avvisato dell’esecutivo e perché il governo non è intervenuto. Nonostante l’esplicito e formale divieto da parte della magistratura, per mesi l’azienda dei Riva ha continuato a produrre acciaio inquinando l’aria, l’acqua e il mare di Taranto, avvelenando non solo i lavoratori ma anche le loro famiglie. In questi mesi, continuando a sfidare le disposizioni della magistratura, l’Ilva ha prodotto merci per un miliardo di euro. La Procura ha fatto l’unica cosa che si potesse fare di fronte a un simile comportamento: ha sequestrato quella merce, illegalmente prodotta, quale corpo di reato. Com’è tristemente noto, a questo punto è intervenuto Monti per sostenere non i cittadini ma coloro che violavano la legge, approvando un ‘decreto salva-Ilva’ che, per la prima volta nella storia italiana, ha permesso all’azienda di ignorare l’ordine della magistratura. Non c’è più tempo da perdere: bisogna utilizzare i miliardi sequestrati ai Riva per far partire l’opera di bonifica della terra, l’aria e l’acqua di Taranto e per rendere sicuri gli impianti. L’Ilva ha investito solo in marketing e lo ha fatto sulla pelle dei dipendenti e dei tarantini. E’ ora di dire basta, si passi dalle parole ai fatti. Nello stesso tempo, se ci fosse la volontà politica, si potrebbe garantire lavoro, tutela dell’ambiente e sicurezza.